Cronaca

Matteo Messina Denaro: fu vera gloria?

Da parecchi giorni, i media stanno dando ampio (anche troppo) spazio alla cattura del boss più ricercato. Intendiamoci, nulla si vuole togliere al valore e all’impegno di quanti si sono adoperati per la sua cattura, né si vuole minimizzare l’impatto, anche psicologico, della sua cattura o si vuole negare che da questo arresto si ricaveranno informazioni preziose sulla rete e sul modus operandi. Però avere avuto un pericoloso ricercato che ha girato liberamente per trent’anni in negozi, concessionarie d’auto, bar senza che nessuno si accorgesse di nulla non è un grande successo per lo Stato. Certo, se l’avessi incontrato per strada o fosse entrato in un mio negozio avrei potuto, in perfetta buona fede, non riconoscerlo, non avendo un manifesto con i volti di tutti i pericolosi ricercati, ma il fatto che possa esistere una rete di copertura così vasta e duratura, che per così tanti anni un ricercato possa restare e operare sul territorio non costituisce una bella immagine, soprattutto visto che non si nascondeva sottoterra, ma girava, acquistava, viveva normalmente, anche con un tenore abbastanza elevato. Bene dunque l’averlo preso, bene dare la notizia, ma forse meno bene parlarne così diffusamente per giorni e giorni.

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