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Stavolta sto con Zuckerberg

Il negazionismo non deve essere rimosso da Facebook

Tutto il mondo è rimasto colpito dall’affermazione di Zuckerberg, che ha sostenuto che il negazionismo, per quanto odioso, non debba essere rimosso da Fecebook.

Siamo d’accordo!

Siamo d’accordo su entrambe le affermazioni, ovvero sul fatto che è odioso negare una delle pagine più vergognose dell’umanità, ma anche sul fatto che la censura sia peggiore di ciò che vorrebbe eliminare.

Chi ha qualche capello bianco ha potuto parlare di persona con qualche sopravvissuto all’olocausto, ed i più giovani possono comunque leggere; Primo Levi, ad esempio, ma ce ne sono tanti, oppure ragionare sul fatto che neppure i gerarchi nazisti hanno negato i fatti, si sono difesi dicendo che obbedivano a degli ordini, ma non hanno messo in dubbio l’esistenza dei campi di sterminio. E già il fatto che qualcuno possa essere stimolato a studiare e ragionare è un fatto positivo.

Ma il punto centrale è che il negazionismo deve essere contrastato con lo studio, con la cultura, con una pernacchia,  non bruciando le sue pagine. Perché “là dove si bruciano i libri, si finisce bruciando gli uomini” l’ha scritto il poeta tedesco Heinrich Heine nell’Almansor, proprio come risposta ai nazisti che nel ’33 bruciarono dei libri perché non graditi al regime.

Vietare la libertà di pensiero, anche quello stupido, come il negazionismo, le ricette per curare il cancro col limone o il bicarbonato, va contro le ragioni per cui tanti hanno combattuto e sono morti. Offende la memoria di quanti dai campi non sono ritornati, fa cadere nella trappola del pensiero unico ed apre le porte ad una nuova tirannide, anziché tenerla lontana.

E poi vale sempre il discorso Quis custodiet ipsos custodes? Chi controlla i controllori? Chi decide che un fatto è vero ed un altro no? Vogliamo realizzare un Codice della Storia, approvato dallo Stato, e chiunque si discosta da quella “verità” imposta viene condannato? Dimostreremmo che il nazismo, i campi e altri 70 anni di civiltà non hanno insegnato nulla.

Bravo Zuckerberg, allora, che lascia aperta la sua piazza digitale anche a chi non piace, a lui e agli altri; sta a noi difendere la verità storica, non ad un censore, che può diventare facilmente il nuovo dittatore.

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