Cronaca

Ma questa è informazione?

Naturalmente non si possono dare solo cattive notizie, per cui è giusto che un telegiornale generalista parli di diversi argomenti, dalla cronaca alla politica, dalla moda ai fatti internazionali. Potranno poi esserci canali dedicati o rubriche specifiche di approfondimento, per sviscerare una singola notizia. Ora, gli scorsi giorni sono stati caratterizzati da diversi decessi: Pelè, papa Benedetto, Vialli… Giusto darne notizia nei vari TG o sui giornali, giusto fare un servizio di approfondimento sulla storia del personaggio, i momenti più significativi, le frasi migliori. Anche perché gli sportivi sopra citati hanno dimostrato di avere uno spessore umano che va molto al di là della semplice abilità di prendere a calci una palla. Tuttavia, soprattutto in un momento in cui c’è una guerra alle porte dell’Europa, una crisi energetica che spaventa la gente di tutti i continenti, una crisi in Sudamerica, un focolaio di ribellione in IRAN, tensioni tra Cina e Taiwan, e fra Corea del Nord e resto del mondo, concentrarsi per l’80% del giornale sulla morte di uno sportivo lascia quantomeno perplessi. Per tacere degli ampi reportage dedicati alla famiglia reale inglese, che potrebbe risolversi le sue beghe interne in privato, o al festival di Sanremo, che ha iniziato a rompere oltre un mese prima dell’inizio. Allora non chiediamoci soltanto perché l’Italia è è passata dal 41° posto del 2021 al 58° posto del 2022 nella classifica dei Paesi dove esiste la libertà di stampa, ma chiediamoci anche se il giornalismo italiano sarebbe all’altezza di un Paese libero. A meno che parlare così di calciatori, pontefici defunti, quasi-eredi al trono a scapito di argomenti più delicati non sia un modo di riempire le testate senza pestare i piedi di nessuno. Come si suol dire, chi striscia non inciampa.

2021 Italia 41° posto libertà di stampa

2022 Italia 58° posto libertà di stampa

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