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Bombardare nel deserto?

Soprattutto oggi, con armi che diventano sempre più complesse, le esercitazioni sono indispensabili. Tuttavia, prima di scatenare l’ironia dei social per avere bombardato un pollaio al posto del bersaglio, l’Esercito Italiano avrebbe forse potuto fare qualche considerazione. Innanzitutto “esercitazione”, secondo il vocabolario è “Qualsiasi attività dedicata, nei limiti dell’esperienza tradizionale, all’acquisizione o al consolidamento di determinati strumenti fisici o spirituali”. Quindi se ci si esercita è perché non si sono ancora acquisiti o consolidate determinate capacità e pertanto è prevedibile che un errore possa scappare, per tacere di problemi tecnici. In secondo luogo anche il migliore, dal giornalista al chirurgo, dal pilota allo spazzino prima o poi può fare un errore, sperando che sia rimediabile, almeno per i mestieri più delicati. Il punto non è quindi capire come un carro abbia tirato da tutt’altra parte rispetto al bersaglio – è sufficiente che il cannone fosse puntato a metà fra il bersaglio ed il pollaio e l’addetto al pezzo abbia capito male le istruzioni del capocarro, facendolo ruotare da una parte invece che dall’altra – quanto capire com’è che un’esercitazione notturna viene svolta con attività umane a portata di tiro. Spiace per le galline, ma il danno è stato limitato, anche perché probabilmente il proiettile era da esercitazione, vuoto; cosa sarebbe accaduto, però, se avesse centrato una casa, una strada, un’impresa? Certo, l’Italia è troppo antropizzata per trovare facilmente un’area deserta sufficientemente grande, ma vogliamo comunque proporre che le esercitazioni militari si svolgano senza pericolo per la popolazione, anche in caso di – normali e sempre possibili – errori? Così da potere continuare a ridere di essi, come da qualche immagine trovata in rete.

Carro armato bombarda pollaio

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