Ma sono olimpiadi invernali?
Che gli sport nascano dall’esperienza quotidiana e poi evolvano all’interno di impianti e attrezzi tecnologico è un fenomeno comune, ma, forse, a Pechino hanno un po’ esagerato. Nessuno pretende che il curling venga praticato con sassi tondeggianti su laghi ghiacciati, anche se questa è la sua origine nell’Europa del Nord, così come nessuno pretende che il salto con il trampolino avvenga semplicemente sfruttando qualche punto favorevole della montagna. Però certe immagini lasciano perplessi: un’olimpiade invernale si immagina venga disputata in montagna, con cime innevate e paesaggi fiabeschi. Anche all’interno di impianti chiusi, d’accordo, ma con qualche scorcio un po’ più bucolico. Lodevole l’idea di recuperare un impianto industriale per farne un impianto sportivo, ma certo non è un bel colpo d’occhio quando l’inquadratura si allarga. D’accordo che un impianto di slittino al chiuso non è turbato da nebbia, neve, vento e quant’altro, ma che tristezza vedere le lamiera accanto al nastro ghiacciato! Non so voi, ma personalmente preferirei rimandare o annullare qualche gara, piuttosto che correre in un mondo artificiale. Altrimenti tanto varrebbe abolire del tutto gli impianti e gareggiare in un simulatore.