Al Quirinale non voglio una donna
Ma neppure voglio un uomo! Non voglio un gay, ma nemmeno un eterosessuale. Non voglio uno alto o basso, biondo o bruno. Voglio una persona competente, adeguata al ruolo, capace di rappresentare l’unità nazionale all’interno del Paese e di mantenere il prestigio italiano all’estero. Che poi questa figura abbia i capelli ricci o sia calva, che abbia le tette oppure no è del tutto irrilevante. Dire “ci vorrebbe una donna”, senza specificare quale, senza una proposta concreta, è più un’offesa che un riconoscimento di merito, come se l’eletta fosse lì solo per il fatto di essere donna e non per qualità oggettive. Se si propone una persona specifica, come ad esempio la Senatrice Segre, per la quale ho la massima stima e che non vedrei bene solo per l’età avanzata, allora si parla di persona, non di caratteristiche fisiche e biologiche che nulla hanno a che vedere con l’incarico. Se vado da un medico perché ho mal di pancia quello che mi interessa è che me lo faccia passare. Che sia uomo o donna, etero o gay, bianco o nero o giallo è del tutto irrilevante. Fin quando si ragionerà in termini diversi dalle competenze, finché le donne saranno in certe posizioni solo per le quote rosa – che al momento ritengo un male necessario, ma pur sempre un male – non ci sarà mai la vera parità, che non si può imporre per legge, ma si può ottenere solamente con l’educazione. Ecco allora che non c’è da proporre nessuna norma diversa dell’educare nuove e vecchie generazioni. Piuttosto una norma la proporrei per l’elezione: se per il Presidente della Repubblica si è ritenuto logico un limite di età non inferiore ai 50 anni, non troverei male una norma per un limite superiore di 75 anni. Posto che la durata è di sette anni, arrivare a 82 anni è già un bel traguardo. Anche un massimo di 70 avrebbe una sua logica.