Commenti alle norme (vere)Cronaca

Difficile l’equità in emergenza

Quando una risorsa primaria scarseggia è giusto razionarla, così da evitare che ci sia chi ne abusa e chi resta senza: se le uova sono disponibili, ognuno ne mangia quante preferisce. Se vengono a mancare ognuno avrà un certo numero di uova, senza corse all’accaparramento.  E’ quello che stiamo vivendo con il gas: senza entrare nel merito di torti e ragioni, di speculazioni ingiustificate, vediamo che il gas aumenta di costo e diminuisce di disponibilità. Se il primo aspetto può colpire le fasce più deboli, che devono scegliere tra scaldarsi e mangiare, la scarsità del bene rischia non solo di lasciarci al freddo prima che finisca l’inverno, ma anche di lasciarci al buio e senza lavoro, perché il gas alimenta molte centrali elettriche e molte industrie, al di là dell’impiego domestico. Meglio quindi avere 19 gradi a dicembre, piuttosto che trovarci congelati a gennaio.

In realtà la maggior parte della gente tende a non esagerare per poter risparmiare qualche soldo, ma certo uffici pubblici e uffici possono non essere così attenti. Però razionare correttamente il gas, in modo equo non è facile. Dai limiti sono giustamente esentate case di riposo e assimilate; ma due ottantenni che vivono in casa loro sono assimilati? Un anziano in casa di riposo può stare bene ed un anziano casa deve ammalarsi? Una persona da sola in 200mq a 19°C consuma di meno di uno in 40mq a 21°C? UN professionista che abbia lo studio in casa può tenere acceso 13 ore al giorno (in fascia E). Un professionista che abbia lo studio nell’appartamento accanto e deve solo attraversare il pianerottolo può tenere acceso 12 ore da una parte e 12 ore dall’altra, stando al caldo tutto il giorno e figurando pure di risparmiare un’ora. Un professionista che abbia lo studio a 20km di distanza può seguire lo stesso ragionamento, aggiungendo il consumo di carburante per lo spostamento. Senza contare la differenza tra chi ha a disposizione legna, magari autoprodotta, o mezzi alternativi verso chi può solo contare sul gas, sperando che arrivi.

In questo caso ci sono pochi suggerimenti normativi: come ha detto il Ministro, una volta tanto onesto e concreto, i controlli nelle case private sono impossibili, non resta che sperare che ognuno agisca secondo coscienza, avendo in mente il bene comune e non solo la propria casa (che comunque potrebbe restare anch’essa senza forniture).

Il gast potrebbe bastare, o forse no

Quando una risorsa primaria scarseggia è giusto razionarla, così da evitare che ci sia chi ne abusa e chi resta senza: se le uova sono disponibili, ognuno ne mangia quante preferisce. Se vengono a mancare ognuno avrà un certo numero di uova, senza corse all’accaparramento.  E’ quello che stiamo vivendo con il gas: senza entrare nel merito di torti e ragioni, di speculazioni ingiustificate, vediamo che il gas aumenta di costo e diminuisce di disponibilità. Se il primo aspetto può colpire le fasce più deboli, che devono scegliere tra scaldarsi e mangiare, la scarsità del bene rischia non solo di lasciarci al freddo prima che finisca l’inverno, ma anche di lasciarci al buio e senza lavoro, perché il gas alimenta molte centrali elettriche e molte industrie, al di là dell’impiego domestico. Meglio quindi avere 19 gradi a dicembre, piuttosto che trovarci congelati a gennaio.

In realtà la maggior parte della gente tende a non esagerare per poter risparmiare qualche soldo, ma certo uffici pubblici e uffici possono non essere così attenti. Però razionare correttamente il gas, in modo equo non è facile. Dai limiti sono giustamente esentate case di riposo e assimilate; ma due ottantenni che vivono in casa loro sono assimilati? Un anziano in casa di riposo può stare bene ed un anziano casa deve ammalarsi? Una persona da sola in 200mq a 19°C consuma di meno di uno in 40mq a 21°C? UN professionista che abbia lo studio in casa può tenere acceso 13 ore al giorno (in fascia E). Un professionista che abbia lo studio nell’appartamento accanto e deve solo attraversare il pianerottolo può tenere acceso 12 ore da una parte e 12 ore dall’altra, stando al caldo tutto il giorno e figurando pure di risparmiare un’ora. Un professionista che abbia lo studio a 20km di distanza può seguire lo stesso ragionamento, aggiungendo il consumo di carburante per lo spostamento. Senza contare la differenza tra chi ha a disposizione legna, magari autoprodotta, o mezzi alternativi verso chi può solo contare sul gas, sperando che arrivi.

In questo caso ci sono pochi suggerimenti normativi: come ha detto il Ministro, una volta tanto onesto e concreto, i controlli nelle case private sono impossibili, non resta che sperare che ognuno agisca secondo coscienza, avendo in mente il bene comune e non solo la propria casa (che comunque potrebbe restare anch’essa senza forniture).

Il gas potrebbe bastare; o forse no

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