Come prosperano le fake news
Con l’aiuto di un amico abbiamo voluto fare un piccolo esperimento: in un post su Facebook, che criticava la spesa di 140.000 pagata senza bando di gara per l’albero di Natale di Roma, abbiamo provato a chiedere la fonte. Sull’albo pretorio comunale, unico sito ufficiale per questa tipologia di informazioni, non si è trovato niente, allora abbiamo provato a chiedere la fonte ufficiale. Indovinate un po’? Le risposte sono state i link ai vari siti di notizie, spesso legati a vari partiti, oppure risposte del tipo “è ufficiale, si trova dappertutto!”, senza capire che una notizia non è ufficiale perché è rimbalzata nello stesso modo su più siti che si sono copiati l’un con l’altro, che è ufficiale perché si trova “dappertutto”, ma è ufficiale se c’è una determinazione dirigenziale pubblicata, se c’è una fattura, un documento verificabile.
Intendiamoci, non si vuole affermare che questa informazione in sé sia falsa, probabilmente è veritiera, ma si vuole notare come non ci sia una fonte ufficiale per dimostrarlo, e soprattutto come nessuno non solo si ponga il problema di verificare, ma neppure si renda conto della differenza fra un sito istituzionale, un sito di notizie, un sito politico. Ed ecco allora che le notizie farlocche prosperano: per circolare una notizia deve essere sensazionale, deve stupire, deve impressionare, non dev’essere vera e riscontrabile. Wikipedia, ad esempio, mette le citazioni per tutte le affermazioni; magari non ci si deve credere, ma almeno sono un punto di partenza, mentre per le affermazioni non supportate viene scritto chiaramente “senza fonte”, così che il lettore possa valutare con senso critico (se ce l’ha)
E fino a quando il livello medio sarà questo, temo che le notizie false correranno, spinte dal vento del sensazionalismo e della totale mancanza di senso critico. Vogliamo proporre una norma che obblighi a citare una fonte attendibile prima di fare affermazioni non dimostrabili?