Quanto è importante il sentimento dell’elettorato?
Un post su Facebook è l’emblema del distacco tra politica e gente comune. Gente comune in senso anche matematico, ovvero quella fascia di popolazione media, con una cultura media, un buon senso medio, un reddito medio. L’analfabeta o il plurilaureato rappresentano frange secondarie, ma la maggior parte della gente è in grado di capire una notizia, magari senza addentrarsi nei dettagli ingegneristici o nelle sfumature del diritto, ma di esprimere un’opinione di buon senso.
Ecco allora che qualcuno, dopo che un ponte è crollato uccidendo oltre 40 persone, fa un paragone spontaneo: “se tu affidi i tuoi figli ad una persona perché li porti a scuola, e quello ne fa morire uno passando col rosso, aspetti tre gradi di giudizio per togliergli l’incarico riguardo gli altri?” Un’osservazione di buon senso, che qualunque padre di famiglia condividerebbe. Però l’assegnazione di una concessione come una parte di rete autostradale è una situazione piuttosto diversa, implica scelte politiche, processi decisionali contratti, legittimo affidamento. La sua revoca non è così semplice, sempre che sia complessivamente opportuna.
Ecco allora intervenire un avvocato, spiegare attraverso la sua conoscenza superiore dov’è che sbaglia, perché il paragone non regge, perché una commissione d’inchiesta sia la migliore soluzione per la democrazia ed il rispetto dei diritti.
Già, ma la persona comune comincia a pensare a quante stragi di mafia o delle brigate rosse sono ancora nelle mani di qualche commissione d’inchiesta, comincia a temere che una volta passato il clamore mediatico tutta la vicenda venga insabbiata e comincia a guardare con simpatia un Primo Ministro che non vuole attendere i tempi della giustizia. Che poi il Premier, oltretutto avvocato, potrebbe anche aggiungere che quei tempi sono inaccettabile e si dovrebbe abbreviarli è un altro discorso, ma, avendolo in passato annunciato inutilmente tutti gli schieramenti, più che un’omissione sembra un atto di pragmatismo.
Quando gli ospiti di un matrimonio hanno rischiato la vita per un’intossicazione alimentare, il ristorante ha perso anche gli invitati già prenotati, che non si sono fidati. Non hanno aspettato il terzo grado di giudizio. Magari risulterà che il cuoco è incolpevole ed è stato un invitato che ha cercato di avvelenare la suocera, ma intanto la gente è andata da un’latra parte. Se una massaia resta vedova dopo che il marito ha mangiato i funghi, difficilmente tornerà in quel banco del mercato (a meno che non voglia ringraziarlo), anche se i funghi non centravano nulla.
Ha certamente ragione l’avvocato a spiegare che le concessioni nazionali non funzionano nello stesso modo. Ha certamente ragione chi chiede una commissione d’inchiesta. Ma la gente comune, quella che costituisce il più grande bacino di voti, non ragiona sui massimi sistemi del diritto, vuole delle risposte veloci, concrete e comprensibili. Chi riesce a capirlo sarà sempliciotto, sarà populista, sarà demodé, ma vince le elezioni.