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Pagare il giusto

Che un manager guadagni più di un operaio è scontato, e tutto sommato è anche giusto che chi ha studiato di più, si è impegnato di più e – perchè no – magari ha anche maggiori capacità oltre che responsabilità diverse abbia un riconoscimento superiore di che ha fatto e fa meno sforzi. Si potrà discutere sul fatto che lo stipendio minimo non dovrà scendere sotto un livello dignitoso, che la differenza di salario non possa raggiungere sperequazioni vergognose, ma il principio in sè non è così peregrino.

Normale quindi che chi si trova alla guida di un’intera nazione abbia un salario adeguato, e pretendere che un parlamentare guadagni quanto un impiegato comunale sarebbe assurdo, oltre che ingiusto. Però, c’è un però.

Anzitutto un manager di un’impresa privata guadagna bene ma non ha altri pensieri oltre al lavoro, lavorando molto più di un operaio e rinunciando spesso a ferie, domeniche e mutua. Dalle foto che si vedono durante le normali sessioni parlamentari, sembra che la maggior parte di loro non sia particolarmente assidua nel frequentare il posto di lavoro. Inoltre i manager hanno un stipendio di base non basso, ma spesso la parte più significativa dello stipendio è costituita da buonus e stock option legate al risultato. Vero è che molti manager che hanno fatto disastri e portato l’azienda sull’orlo del fallimento se ne sono andati con buonuscite milionarie; forse contratti troppo blindati, oppure avevano visto cose che qualcuno non voleva fossero rese pubbliche. In generale, però il premio è legato al risultato, e questo è un principio che dovrebbe essere sacrosanto a tutti i livelli, dall’usciere fino al Presidente della Repubblica. Non ho nulla in contrario che un governo che migliora la Nazione, che un Parlamento in grado di emanare leggi giuste ed efficaci veda premiate le persone che hanno reso possibile il benessere dell’Italia. Non è invece accettabile che stipendi di alto livello vengano elargiti a persone che non sono presenti, oppure che sbagliano le normative. Il punto, secondo me non è quindi che a fine mese si vedano accreditati 5, 10 0 20mila euro. Il punto è che se lo siano guadagnati. Ecco quindi che la legge in discussione in Parlamento non dovrebbe essere volta al taglio del 50% dello stipendio, quando allo stabilire che ad uno stipendio base non altissimo venga accompagnato un premio, proporzionale al lavoro effettivamente svolto ed al risultato conseguito. Difficile? Certamente, ma sicuramente utile.

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