Cronaca

Politica e vaccini: in emergenza un pessimo connubio

Apriamo dicendo che i vaccini sono essenziali e che qualunque vaccino è meglio di niente, quindi non si vuole assolutamente criticare la campagna vaccinale o un prodotto specifico, anzi, speriamo che si riesca presto a debellare il virus grazie ad una copertura completa. Tuttavia alcune domande sorgono spontanee: il vaccino Sputnik, il primo messo a punto e somministrato – sembra – anche a Putin ed ai suoi familiari – è stato criticato, in quanto prodotto troppo in fretta, non adeguatamente testato, non rispondente agli standard internazionali. Tutt’altro approccio rispetto ad Astra Zenenca, che ha invece effettuato il percorso canonico, benché effettuato a passo di corsa, ed è quindi sicuro al 100% secondo gli stringenti standard occidentali. Però, mentre il vaccino Sputnik raccoglie consensi a livello scientifico, anche grazie al fatto che le due dosi sono leggermente diverse e consentono una copertura più ampia anche nei confronti delle varianti, il vaccino Astra Zenenca è sospettato di avere causato, o almeno accelerato, alcune morti per trombi. Intendiamoci, anche se fosse dimostrato – e al momento sono solo sospetti – il nesso causale tra una trentina di morti nel mondo ed il vaccino, la scelta sarebbe ancora a favore del siero, dato che non c’è comunque paragone con le migliaia di morti quotidiane. Però il fatto che un vaccino così chiacchierato e continuamente sottoposto a riesame sia comunque preferito ad un altro che questi problemi non li ha manifestati dà l’impressione da un lato che quel percorso di qualificazione non fosse poi così completo ed accurato come si vuole far credere, dall’altro dà l’idea che le questioni geopolitiche restino preponderanti. Il che, in una situazione di emergenza mondiale, con milioni di morti ed un’economia a rotoli, per tacere delle tensioni sociali, lascia spazio a considerazioni non troppo lusinghiere nei confronti della classe dirigente.

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