Leggi italiane

E occuparsi d’altro?

Certo la legge è uguale per tutti (perché vi siete messi a ridere? Ero serissimo!) e deve essere applicata, così come certamente si deve perseguire chi commette un reato. L’obbligatorietà dell’azione penale non è messa in discussione. Però però… cerchiamo di capire meglio: ogni giorno si sente di cittadini stranieri che portano in Italia genitori e parenti che necessitano di cure, cercano di fargli avere la pensione, i farmaci, benefici vari. Legittimo, certo, così come non si può pretendere che un neocittadino conosca la lingua come una persona nata in Italia, che ha effettuato gli studi nel nostro Pese: basti pensare a parlamentari e ministri, per tacere degli stessi giornalisti che li intervistano, che danno sfoggio di un’eloquenza e di un linguaggio forbito ed esente da errori (perché vi siete rimessi a ridere?), mentre gli stranieri arrancano un po’. Tuttavia tanti conoscono stranieri che a malapena sanno dire ciao e che hanno comunque passato il test di italiano per avere la carta di soggiorno o la cittadinanza. Perché allora prendersela con un calciatore che porta in Italia tanti bei soldini di tasse? Non si vuole assolutamente dire che si debbano fare favoritismi anche nel campo della giustizia, né far passare il concetto che se uno è ricco può fare quello che vuole, ma con tanti processi che durano decenni e tanti casi aperti che non vedranno mai giustizia è proprio il caso di utilizzare le risorse economiche che ci ha portato e dedicare tempo ed energie per perseguire uno che porta benessere anziché verificare i requisiti di quanti invece assorbono risorse? Pensare ad altro in questo caso sarebbe stato così inopportuno? Per interesse collettivo, non per norma.

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