Imporre l’obbligo di usare il buon senso?
Certo, molte volte i giornalisti, vuoi per la fretta di commentare senza leggere a fondo le sentenze, vuoi perché non sono avvocati e non sanno cogliere le finezze dei forbiti riferimenti giuridici, vuoi per necessità di sintesi in un titolo d’effetto travisano il vero contenuto e le circostanze di molte sentenze. Tuttavia è anche vero che in alcuni alcune sentenze appaiono piuttosto bizzarre, controintuitive e diventa spontaneo chiedersi se il giudice ha veramente letto le norme secondo il senso comune, se è dotato di una mente particolare, se è in cerca di notorietà. Ad esempio questa sentenza ha ritenuto che un lavoratore in trasferta, morto di infarto mentre stava facendo sesso, abbia diritto di essere considerato in servizio, dato che una trasferta estende il concetto di orario di lavoro. Certo, se fosse stato investito da un auto uscendo dal ristorante, avrebbe avuto senso considerarlo in servizio, perché fosse rimasto a casa non sarebbe successo. Ma che la moglie debba essere risarcita dal datore di lavoro per la scappatella del marito è quantomeno curioso. Comunque il fatto è accaduto in Francia, segno che non siamo solo noi ad avere giudici bizzarri. Si può pensare ad una norma che preveda di applicare il buon senso ed il senso comune e non solo i cavilli nell’emanare una sentenza?