Modello San Remo
Senza entrare in profonde analisi politiche, che si possono riassumere in “e mo?”, un commentino sulla legge elettorale ci può stare. Passi che gli elettori non possano esprimere preferenze. Passi che il proprio candidato arrivi dalla parte opposta della Penisola, con buona pace del vecchio principio secondo cui ogni zona manda in Parlamento i suoi rappresentanti. Passio anche che la storia dell’1/3 uninominale 2/3 maggioritario, o viceversa, chi lo sa, l’abbiano capito solo pochi studiosi, distolti dalla ricerca del Bosone di Higgs.
Che poi da una legge così non sarebbe potuta emergere una maggioranza chiara lo si sapeva fin dall’inizio, quindi non è il caso di parlarne.
Quello che ha veramente stupito degli effetti pratici della norma è il ripescaggio. Già collaudato con successo al Festival più famoso d’Italia, dove era chiara la necessità di recuperare tutti quei cantanti stroncati dal pubblico che avevano già in cantina milioni di dischi da far fuori, un meccanismo di ripescaggio consente di rimetterli sul mercato in competizione.
Lo stesso principio è stato applicato ai candidati illustri: stroncati dagli elettori nel confronto uninominale, sono stati ripescati per grazia di Partito e messi sulla poltrona già loro predestinata.
Insomma, l’Italia è una Repubblica fondata sul Festival di Sanremo! Basta saperlo.