La Gran Bretagna schiera l’esercito. Embé??
Dopo il tragico attentato di Machester 1000 soldati britannici sono scesi nelle strade per supportare le forze di polizia nel controllo degli obiettivi sensibili. In un Paese dove i poliziotti girano disarmati (almeno in teoria) l’impatto di un presidio militare armato nelle piazze è ancora più traumatico che altrove e sottolinea la gravità del momento. Parlamento, Downing Street ed altri obiettivi sensibili saranno sorvegliati non solo dalle forze di polizia ma anche dall’esercito.
Ma serve a qualcosa? Certo, un miglior controllo del territorio aiuta sempre, tuttavia l’attentato di Machester ha evidenziato alcuni elementi che non si possono trascurare nel pianificare le strategie antiterrorismo:
- L’attentatore era un giovane britannico
- L’obiettivo – senza offesa per l’artista – non era così sensibile
Una strategia di controllo non è quindi così facile, nemmeno con l’esercito per le strade: i grandi obiettivi sensibili, come San Pietro, la Tour Eiffel, il Parlamento Britannico, sono troppo presidiati per risultare realmente appetibili, mentre è materialmente impossibile proteggere con la stessa attenzione qualunque assembramento di persone, dalla finale di calcio di provincia alla sagra del carciofo, dal mercato delle pulci al momento precedente l’apertura di un negozio quando cominciano i saldi. Nè si può pensare di risolvere il problema allontanando gli stranieri, dato che gli attentati sono stati compiuti er la maggior parte da cittadini del Paese.
Allora proviamo a pensare, pur con la dovuta attenzione al controllo delle strade ed alle azioni di intelligence, a modi alternativi, magari facendo riferimento alle esperienze passate: il terrorismo italiano delle Brigate Rosse e dintorni è stato sconfitto soprattutto grazie al fatto che molta gente, la quale inizialmente aveva guardato anche con simpatia alle idee ed alla determinazione del gruppo, ha fatto terra bruciata intorno agli artefici di attentati che non erano più minimamente giustificabili da chiunque avesse un minimo senso della morale.
Coinvolgere i musulmani moderati, che pur ci devono essere, e far sì che siano loro a rigettare l’estremismo come un parassita da eliminare e non come una frangia magari da non condividere ma comunque da proteggere, sarebbe il passo essenziale per estirpare il terrorismo e salvaguradare la diginità di una religione millenaria.