O si fa l’Europa o si muore
Guardando un qualunque planisfero, è facile notare come l’Europa, pur con un mercato di 500 milioni di abitanti (un po’ meno appena gli inglesi se ne andranno), è più piccola degli Stati Uniti, dell’Africa, della Russia. Una sproporzione territoriale che fa dimenticar come le popolazioni degli USA e della Russia messe insieme non arrivano a raggiungere gli europei. Eppure gli USA sono più ricchi, la Russia ha una crescita maggiore, nonostante le sanzioni e la riduzione del prezzo dell’energia.
Perchè? Perchè l’Europa ha meno risorse, questo è sicuramente vero, ma anche perchè è divisa, spende poco e male per la ricerca, è colpita da un’emergenza profughi e migranti che non ha toccato le altre superpotenze, e si trova quindi schiacciata dai problemi interni e dalle pressioni esterne che la soffocano.
Pensare di risolvere questi problemi da soli è insensato. L’Europa deve essere riformata, l’Europa ha fatto scelte sbagliate, l’Europa ha fatto scelte dettate da interessi dei singoli Stati, certo, ma la lotta dev’essere nel cambiare cosa non funziona, non nel gettare al vento quello che funziona. La scelta vincente sarà di fare una vera Unione, nell’esercito, nella politica estera, nella politica fiscale. Ben venga la Brexit, che ha tolto una palla al piede che ha rallentato in questi decenni l’integrazione europea, ma chi resta ha il dovere di riformare, nella direzione dell’integrazione. Potrà non piacere, ma è l’unico modo di competere sul mercato globale. L’alternativa è iniziare a preparare i bagagli e diventare i nuovi migranti.