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Essere presenti non solo a parole

Mentre giornali e telegiornali magnificavano l’efficienza dei soccorsi ed i politici facevano a gara nel garantire comode  sistemazioni provvisorie associate ad una rapida ricostruzione la realtà che ci raccontano i volontari che sono stati nella zona è piuttosto diversa: tendoni destinati a scuole ed asili fatti di tela sottile, concepiti per un campo estivo e non per affrontare l’inverno, frazioni raggiunte solo sporadicamente dove si devono arrangiare, contadini che dormono nella stalla (se è ancora in piedi) perché non possono né andare in albergo abbandonando il bestiame nè dormire nell’abitazione pericolante. Inutile dire che container non se ne sono visti.

Certo, a parlare da fuori sono tutti bravi, non è sicuramente facile gestire queste emergenze. Però una proposta di legge per accelerare un pochino si potrebbe pensare: si nomina un commissario straordinario, lo si paga il dovuto, gli si danno i mezzi necessari, ma poi lui ed il Consiglio dei Ministri, va a dormire in tenda e sono gli ultimi ad uscirne fin quando tutti non hanno avuto un container, e sono gli ultimi ad uscire dal container, dopo che la ricostruzione è terminata. Scommettiamo che sarebbe più veloce del solito?

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